oloAGI - Il ministero della Salute ha riconosciuto il "nesso di causalità" tra la somministrazione del vaccino anti-Covid 19 e la morte di un 35enne agrigentino che, nell'aprile 2021, aveva ricevuto la prima dose del siero Astrazenaca. Il decesso del giovane, che lasciò moglie e tre figli, è stato provocato da una miocardite a distanza di dieci giorni dalla somministrazione. La moglie, assistita dal legale Angelo Farruggia, ha avviato l'iter amministrativo con il ministero per il riconoscimento dell'indennizzo di 100 mila euro, che non preclude di avviare altri procedimenti giudiziari risarcitori.

"E' un risultato importante che apre la strada al riconoscimento dei danni da vaccinazione anti Covid - ha detto l'avvocato Farruggia - tanti i danneggiati dopo la somministrazione del siero che non riescono ad avere diagnosi certe e per questo sono costretti a continue visite specialistiche a loro spese.

L'incertezza della diagnosi e le conseguenti difficoltà a stabilire il nesso di causalità con il vaccino, impediscono loro di accedere ai ristori economici. Il riconoscimento del nesso di causalità, apre anche la strada all'azione risarcitoria nei confronti delle case produttrici dei vaccini e a mio avviso - conclude Farruggia - anche dello stesso ministero della Salute". 

Pregliasco: giusto il risarcimento ma il vaccino fu fondamentale

"La miocardite è un evento avverso molto raro per diversi vaccini e in particolare per quelli mRNA - ha commentato all'AGI, il virologo Fabrizio Pregliasco - In genere si tratta di miocarditi lievi che si auto risolvono". "E' chiaro - ha continuato l'esperto - che se il ministero ha evidenziato nel caso specifico un nesso di casuali causalità, è giusto prevedere il risarcimento". 

"E' vero però - conclude Pregliasco - che il vaccino AstraZeneca, nel momento dell'utilizzo dell'applicazione dell'ampia diffusione del COVID, manteneva un rapporto costo-benefici a favore della necessità della vaccinazione".